Gli stemmi di Palazzo Pretorio

In quanto sede del Vicariato, il Palazzo Pretorio venne decorato dagli stemmi delle famiglie che si susseguirono nel ruolo di vicari. Questa pratica nobiliare rimase in vigore fino alla metà del ‘700

Gli stemmi che si trovano sulle pareti del Palazzo Pretorio di Vicopisano non sono disposti in maniera ordinata, secondo una linea cronologica. I muri esterni dell’edificio hanno stemmi in marmo relativi ad un vicariato del Quattrocento vicino a stemmi di circa un secolo dopo. Questa peculiarità è una naturale conseguenza del lungo utilizzo del palazzo come sede di tribunale, ma è anche frutto di spostamenti e restauri successivi. Al termine del mandato, che durava sei mesi circa, il vicario affiggeva il proprio stemma familiare in una posizione ritenuta consona. Questa pratica svantaggiava i vicari che cronologicamente li avevano preceduti, soprattutto per quanto riguarda gli affreschi degli stemmi, dove quelli più recenti andavano a sovrapporsi a quelli precedenti cancellandoli del tutto. Trovare una datazione certa per ogni stemma non identificabile da date o altri segni certi è stato possibile talvolta considerando l’impiego dei materiali e non tanto la posizione che essi occupavano sulle pareti.

Gli stemmi di fattura più antica sono quelli (in genere marmorei) realizzati nel corso del XV secolo, il cui esempio più antico è del 1417. Questo secolo rappresenta un periodo di passaggio nell’estetica degli stemmi, soprattutto nella componente, lo scudo, che più subirà il cambiamento. Nel primo XV sec. lo scudo mantiene ancora l’aspetto medievale (a mandorla) perché gli stemmi, data la loro intrinseca natura celebrativa, avevano come modello il passato e non si preoccupavano di rimanere in contatto con le forme artistiche moderne e avanzate. I primi stemmi che si trovano sulla facciata del Palazzo Pretorio sono della prima metà del ‘400 e sono realizzati in marmo, ma a partire dalla metà del secolo ne abbiamo anche alcuni in pietra serena, che poi diverranno la maggioranza nei secoli a venire. Il primo stemma del Palazzo Pretorio che dimostra uno stile rinascimentale è quello del 1454 di Giovanni di Iacopo Venturi[7], che possiede una corona d’alloro tipica degli stemmi dei secoli successivi. Un altro elemento di novità, che prenderà piede a partire dal Cinquecento, è la forma rotonda dello stemma, sottolineata dalla presenza delle foglie d’acanto, che richiamavano il mondo classico a cui il Rinascimento guardava con ammirazione.

Gli stemmi cinquecenteschi sono realizzati in ceramica policroma e sono tutti ascrivibili alla bottega dei Della Robbia, di cui conservano alcune caratteristiche stilistiche rintracciabili anche nelle produzioni artistiche di maggior livello. In particolar modo la policromia è impiegata, oltre che per il blasone vero e proprio anche per le decorazioni esterne allo scudo centrale costituite da corone di alloro e frutti. Gli scudi di questo secolo perdono quasi completamente il loro stampo medievale avvicinandosi sempre più allo stile “accartocciato” tipico del secolo successivo.

Gli stemmi seicenteschi sulle pareti del Palazzo Pretorio sono essenzialmente realizzati in pietra serena ed a partire dal 1623 entrerà far parte degli stemmi murari vicaresi una caratteristica che diverrà comune successivamente, ossia la presenza della celata piumata; questo ornamento era poco utilizzato, forse a causa della sua difficile esecuzione. Per questo motivo in tutto l’arco del Seicento i materiali utilizzati per la realizzazione degli stemmi rimangono in prevalenza la pietra serena mentre si trovano pochi esemplari in ceramica policroma e il marmo dipinto, come è possibile notare dagli stemmi del 1614 (per quanto riguarda la ceramica policroma) di Francesco di Adovardo Belfredelli[8], in cui viene utilizzata la maiolica.

Durante il Settecento furono utilizzati stemmi dove il materiale più usato è la pietra serena, anche se non mancano esemplari in maiolica e marmo. In generale siamo di fronte all’esaurimento di questa forma artistica (o di artigianato artistico) per cui i motivi si ripetono in maniera stanca ed oramai lontani dallo splendore dei loro corrispettivi del rinascimento. L’ultimo stemma litico rintracciabile a Vicopisano è del 1749.