Palazzo Pretorio

Il Palazzo Pretorio è costruito su un impianto originario rettangolare e possiede tutte le caratteristiche degli edifici privati di Pisa e dintorni risalenti al periodo romanico. La facciata dell’edificio è divisa in tre vani, incorniciati da archi a sesto acuto. I pilastri di appoggio sono in pietra e sono più grandi rispetto ai vani intermedi. I tre piani sono suddivisi da architravi posti tra pilastri che avevano funzione di mensola e servivano come appoggio ai ballatoi in legno.

L’ultima parte del prospetto principale del palazzo (ossia dal livello inferiore delle finestre dell’ultimo piano in su) risulta priva di omogeneità rispetto al resto: questo è dovuto all’utilizzo di mattoni di dimensioni e materiale diversi da quelli impiegati nella parte sottostante. Probabilmente questo livello del palazzo fu costruito in un secondo momento, probabilmente intorno al Cinquecento, per aggiungere un piano all’intera struttura[2]. La restante parte della facciata è caratterizzata dalla presenza di pietre disposte a strati orizzontali, lavorate in maniera da lasciare la superficie dentellata e il bordo levigato. I prospetti ad est e ad ovest mostrano caratteristiche diverse perché le pietre utilizzate sono di taglio minore e sono lavorate in maniera diversa, inoltre il materiale impiegato risulta disomogeneo. La facciata ad est è stata ricostruita nel 1639, in seguito al crollo del campanile a vela adiacente al Palazzo, e in questa occasione il materiale impiegato non corrispose a quello originario. La facciata ad ovest è stata costruita con materiali simili a quelli della facciata est e presenta segni di una porzione di muratura aggiunta lateralmente. Nella facciata posta a nord permangono elementi originali, visibili all’altezza del secondo piano: due finestre racchiuse da un timpano triangolare. Le pietre utilizzate per la costruzione di questa facciata sono simili a quelle impiegate per la facciata ad est e ad ovest.

Tutte le finestre, con le rispettive incorniciature, sono state ripristinate e ritoccate solo in tempi moderni; ad esempio le finestre del secondo piano sono state ingrandite nel 1782, mentre quelle relative al seminterrato sono state modificate nel 1846.[3]

Nonostante l’edificio sia stato più volte rimaneggiato nel suo complesso appare come una struttura relativamente omogenea.

Ai piani superiori l’altezza dei solai e i loro rispettivi livelli non coincidono con le misure e l’organizzazione originale, come si vede al secondo piano, che è innalzato di 30 centimetri rispetto alla versione originale[3].

L’edificio, al suo interno è articolato in tre piani che conservano l’aspetto medievale della struttura. Il pian terreno è completamente occupato dalle celle delle prigioni, utilizzate sin dal Quattrocento, alle quali si accede tramite due angusti portali che si aprono sotto la volta dell’ingresso al cortile interno. Le pareti delle celle recano, oltre ad alcuni elementi di arredo, numerose incisioni fatte dai prigionieri che si sono conservate nel tempo. Al primo piano, al quale si accede mediante una scala posta sul lato ovest del cortile, si trovavano le stanze del vicario e la sala di Udienza del Tribunale e la prima cappella del palazzo. Durante i lavori di restauro sono emersi affreschi risalenti al Quattro-cinquecento. L’ultimo piano che ospitava i locali destinati ai servizi è accessibile mediante una scala interna. In questa porzione del Palazzo si trovano affreschi raffiguranti motivi araldici e una Madonna con il bambino, mentre un affresco raffigurante la “Pietà” attualmente è ospitato nel Palazzo Comunale.

La torre, situata nell’angolo sud-orientale del Palazzo, e l’ala orientale e settentrionale del cortine sono attualmente (2016) utilizzati come magazzino o adibiti ad uso privato.

Il Palazzo Pretorio venne costruito a partire dal tardo XI sec. primi del XII sec. sulla sommità del colle di Vicopisano, in posizione sopraelevata rispetto al resto dell’abitato, al termine di alcune delle vie principali dell’antico castello che risalivano da diverse zone poste in posizione inferiore. L’edificio, costruito interamente in verrucano, ha mantenuto intatte solo le parti in pietra: sono ovviamente scomparsi tutti gli sporti lignei, ovvero l’intera struttura di ballatoi e terrazzi in legno esterni al prospetto, di cui rimangono però testimonianze nei fori e nelle mensole ancora presenti in facciata. L’intero edificio possiede molte affinità stilistiche con altre strutture che si trovano nell’aggregato urbano, ad esempio la Torre dell’Orologio ad esso coeva, ma ha anche precisi riscontri con l’edilizia civile medievale che ancora è osservabile in Pisa, e ne rappresenta uno degli esempi meglio conservati e che meno ha subito gli interventi del periodo mediceo.

In mancanza di una documentazione certa è soltanto possibile ipotizzare le funzioni che le parti più antiche del palazzo assunsero nel medioevo. Sicuramente nel lato orientale del palazzo si trova, inglobata nelle murature, una torre medievale dalle caratteristiche assai antiche (XI-XII sec.), legata alle prime fasi di fortificazione del castello di Vicopisano (citato sin dal 975). Può avere una certa validità l’identificazione del corpo principale in verrucano con una domus gentilizia del XII sec. connessa al dominio che l’arcivescovo di Pisa ebbe sul castello di Vicopisano. Quando il potere temporale del vescovo fu progressivamente sostituito, a partire dalla metà del XII secolo, da quello del Comune di Pisa non è dato sapere se il palazzo fu riutilizzato con funzioni pubbliche. Certo è che nel 1330, quando si mise mano alla Rocca Pisana, la parte alta del castello, dove si trova il palazzo, non fu utilizzata con funzioni difensive.

Il Palazzo torna ad avere funzioni certe solamente dopo la conquista di Vicopisano da parte di Firenze, nel 1406. I fiorentini dimostrarono grande attenzione per Vicopisano su cui accentrano funzioni amministrative e militari per il territorio immediatamente circostante a Pisa. La nuova conquista pose dei problemi giurisdizionali e politici legati al fatto di dover individuare un edificio che fosse adeguato a svolgere le funzioni proprie del vicariato, tra le quali l’amministrazione della giustizia, civile e criminale. A Vicopisano la struttura ritenuta idonea a svolgere questa funzione fu un edificio già esistente: il nostro Palazzo Pretorio. Come visto precedentemente, prima della conquista fiorentina il Palazzo non era stato pensato per assolvere le funzioni connesse al vicariato (tribunale, prigione, sede del banco del civile, ecc.); inoltre adesso il palazzo doveva ospitare l’abitazione privata del vicario e della sua corte composta da un cavaliere, un notaio e quattro “birri” che assicuravano la messa in pratica delle decisioni del vicario. Quindi, subito dopo la conquista di Vicopisano, furono ritenuti necessari degli interventi di ristrutturazione dell’intero Palazzo. Le operazioni di ristrutturazione furono le seguenti:

installazione nel piano nobile del palazzo della residenza privata del vicario
costruzione della sede del tribunale e delle prigioni ad esso collegate, sia al piano terra che successivamente al secondo e terzo piano
creazione di uffici dove notai civili e criminali esercitassero le loro funzioni